XXI DOMENICA del Tempo Ordinario (ANNO A)

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Domenica 23 agosto – XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Letture del giorno: Is 22,19-23; Sal 137; Rm 11,33-36; Mt 16,13-20: Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Commento alle letture
“Facendo nostro l’incoraggiante discorso alla speranza cristiana, che trapela nella prima lettura della parola di Dio di oggi, tratto dal profeta Isaia, guardiamo a Dio e soprattutto a chi Dio lo vede rendere “visibile” con la sua tenerezza di Padre, fissando la nostra riflessione su queste bellissime parole di conversione e di rinnovamento personale ed ecclesiale, necessario soprattutto ai nostri giorni: “Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire”. E San Paolo Apostolo in uno dei passaggi più belli della lettera ai Romani, in cui si rivolge a Dio e a Cristo, scrive parole di estremo conforto e di fiducia in Dio, nel quale riporre ogni nostra legittima attesa di sapere e di conoscenza: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli”.

Con grande umiltà del nostro cuore e della nostra limitata intelligenza umana, ci abbassiamo davanti alla sapienza di Dio. Ci rimettiamo totalmente a Lui e affidiamo la nostra vita a Colui che di questa vita umana si è fatto carico, Gesù Cristo, Figlio di Dio, che è venuto in questo mondo offrendo la sua vita e versando il suo sangue per la salvezza dell’umanità.

Rinnoviamo di fronte al grande mistero di Cristo salvatore e di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, davanti ai molteplici misteri della vita umana, la nostra fiduciosa preghiera, in sintonia e in comunione con Pietro, che oggi ha il nome di Papa Francesco, e con tutta la chiesa sparsa nel mondo, che soffre a causa di quella fede osteggiata da chi non permette di professarla liberamente in ogni parte della terra: O “Padre, fonte di sapienza, che nell’umile testimonianza dell’apostolo Pietro hai posto il fondamento della nostra fede, dona a tutti gli uomini la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio vivente, diventino pietre vive per l’edificazione della tua Chiesa”.

La confessione della fede passi se è necessario anche attraverso la testimonianza estrema del martirio come da 2000 anni ci insegnano i martiri delle prime persecuzioni ai martiri delle persecuzioni del 2014. Un profondo legame di sangue e di amore a Cristo lega i cristiani di ogni tempo, di ogni epoca e cultura, di ogni nazione, in quanto il sangue dei martiri è stato e rimarrà il seme spirituale per la diffusione della fede in Gesù Cristo fino agli estremi confini della terra. Dalla Palestina a Roma, con Pietro e Paolo, ai 124 martiri coreani beatificati da Papa Francesco a Seul, nel suo primo viaggio apostolico nel Continente Asiatico, tutto parla di Gesù e tutto dice quanto sia grande l’amore per Lui quando la fede è sincera e forte nei cuori dei suoi discepoli. Noi con Pietro diciamo: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Amen. Amen.
Padre Antonio Rungi, passionista

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Oggi la chiesa fa memoria di Santa Rosa da Lima, vergine, siamo invitati a pregare in particolare per i nostri missionari che operano n Sudamerica.

Santa Rosa da Lima
Nacque a Lima il 20 aprile 1586, decima di tredici figli. Il suo nome di battesimo era Isabella. Era figlia di una nobile famiglia, di origine spagnola. Quando la sua famiglia subì un tracollo finanziario. Rosa si rimboccò le maniche e aiutò in casa anche nei lavori materiali. Sin da piccola aspirò a consacrarsi a Dio nella vita claustrale, ma rimase «vergine nel mondo». Il suo modello di vita fu santa Caterina da Siena. Come lei, vestì l’abito del Terz’ordine domenicano, a vent’anni. Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi, dove prestava assistenza ai bambini ed agli anziani abbandonati, soprattutto a quelli di origine india. Dal 1609 si richiuse in una cella di appena due metri quadrati, costruita nel giardino della casa materna, dalla quale usciva solo per la funzione religiosa, dove trascorreva gran parte delle sue giornate a pregare ed in stretta unione con il Signore. Ebbe visioni mistiche. Nel 1614 fu obbligata a trasferirsi nell’abitazione della nobile Maria de Ezategui, dove morì, straziata dalle privazioni, tre anni dopo. Era il 24 agosto 1617, festa di S. Bartolomeo. (Santi e Beati) Dal giorno della morte numerosissimi furono i miracoli e le grazie attribuite alla Santa di Lima e già nel 1630 iniziò il processo informativo per la beatificazione che avvenne nel 1668 ad opera di papa Clemente IX, il quale la proclamò contemporaneamente Patrona del Perù. Fu canonizzata da papa Clemente X il 12 aprile 1671, dopo che l’anno precedente era stata costituita Patrona delle Americhe e delle Filippine.
Le sue spoglie sono ora conservate in un’urna d’argento nella cappella del Rosario dell’omonima basilica di Lima, ove sono sepolti anche S. Martin de Porres e S. Juan Macias.

Preghiera a Santa Rosa da Lima
“O ammirabile Santa Rosa, scelta da Dio a rendere illustre con la più eccelsa santità di vita la nuova cristianità dell’America e specialmente la capitale del Perù, voi che rifiutaste i più vantaggiosi partiti per darvi tutta a Dio, ottenete a noi tutti la grazia di vivere santamente per edificare sempre il nostro prossimo, custodendo specialmente la virtù della purezza, che è la più cara al Signore e la più vantaggiosa per noi.”

A cura dell’Ufficio Liturgico Diocesano