1° novembre 2023 - Cattedrale di Crema

Solennità di Tutti i Santi

Si può eccedere, nel culto dei santi? La risposta è, senz’altro: sì, il rischio di eccesso c’è. E ogni tanto si rivolge soprattutto a noi cristiani cattolici il rimprovero di avere ecceduto in questo culto. Si è detto, ad esempio, che abbiamo fatto prendere ai santi il posto delle divinità del paganesimo antico, alle quali ci si rivolgeva per essere aiutati di fronte all’uno o all’altro dei problemi della vita: la salute, un raccolto migliore, la vittoria sui nemici in guerra, ecc.
Il rischio di eccesso c’è: e non a caso, ogni tanto, il Magistero della Chiesa è intervenuto per arginare questi eccessi, per fare in modo che il culto dei santi restasse al giusto posto, all’interno della fede e della pratica di vita cristiana.
Anche la festa di oggi ci aiuta, in questo: anzitutto perché ci ricorda che i santi non sono soltanto alcune figure isolate, “mitizzate”; e a volte anche deformate da tradizioni leggendarie o da raffigurazioni problematiche. Oggi siamo invitati a contemplare la santità che risplende in una «moltitudine immensa», quella di cui ci ha parlato la prima lettura (cf. Ap 7,9), moltitudine che proclama: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello» (v. 10).
Non, dunque, la santità di alcune figure semidivine, isolate, eroiche… Ma una “santità diffusa”, una santità anche “anonima”, nella maggior parte dei casi, e che però ha attraversato e ancora attraversa la storia dell’umanità e mostra l’efficacia del dono di amore che Dio ha fatto e fa al mondo, nel suo Figlio Gesù e nell’azione dello Spirito Santo.

Vorrei fermarmi brevemente, ma con più precisione, su un aspetto dei possibili “eccessi” del culto dei santi: quello che riguarda la preghiera. Noi sappiamo che c’è una “regola” della preghiera cristiana, ed è quella che mettiamo in atto soprattutto in momenti come questo, cioè nella liturgia: la preghiera del cristiano è preghiera di figli, che si rivolgono a Dio Padre, in unione e attraverso il Figlio prediletto, Gesù Cristo, per la forza e la luce dello Spirito Santo.
Ma sappiamo anche che la devozione cristiana si rivolge nella preghiera anche alla Vergine Maria, e anche ai santi. Ha senso, questa preghiera, se appunto la nostra preghiera dovrebbe essere sempre rivolta a Dio, per Gesù Cristo, nello Spirito? La risposta è: sì, la preghiera rivolta alla Vergine Maria e ai santi ha senso, a patto che ci ricordiamo che essi sono coloro che intercedono per noi. È questa, l’intercessione, la parola chiave sulla quale vorrei fermarmi un momento.
L’abbiamo già sentita, questa parola, nella preghiera detta subito prima di incominciare l’ascolto delle letture bibliche: abbiamo pregato Dio invocando «la comune intercessione di tanti nostri fratelli [e sorelle]», che sono appunto tutti i santi e le sante, la «moltitudine immensa» di cui oggi celebriamo la festa.
Questa intercessione emerge molto bene quando preghiamo con le Litanie dei santi: nelle quali, appunto, ricordiamo per nome un certo numero di santi e sante, chiedendo loro: prega per noi, pregate per noi. E si conclude sempre, questa lista, con l’invocazione rivolta a tutti i santi e le sante: pregate per noi!
Questo «per noi» è il cuore della preghiera di intercessione, che è appunto preghiera “per” qualche necessità o situazione speciale, e soprattutto per qualcuno o qualcuna, per una o più persone che vogliamo affidare a Dio.
I santi e le sante sono gli “specialisti” di questa preghiera di intercessione: ci affiancano, ci stanno vicino, perché la nostra preghiera sia accolta da Dio, come preghiera solidale, preghiera ecclesiale, anche quando riguarda una situazione precisa, o una grazia molto specifica… Noi cristiani, anche quando preghiamo nel segreto del cuore, preghiamo sempre nella comunione di tutta la Chiesa, quella che ancora è peregrinante in questo mondo, e quella dei santi, che già vive nella pienezza della vita di Dio.

I santi, dicevo, sono gli “specialisti” della preghiera di intercessione. Ma questa preghiera ci riguarda tutti. Dai santi e dalle sante impariamo a essere anche noi persone capaci di intercessione, capaci di “mettersi in mezzo” – questo è il senso del verbo “intercedere” – per contribuire a portare a Dio le gioie e le fatiche, le speranze e i dolori delle persone che conosciamo, ma anche di quelle che non conosciamo, come pure le speranze, le attese, le pene, le gioie del mondo.
Lo facciamo anche insieme, lo faremo tra poco, dopo la professione di fede, nella “preghiera dei fedeli”, che è appunto principalmente una preghiera di intercessione. Ma dalla festa di oggi vorrei trarre un invito a fare della preghiera di intercessione una dimensione importante, consistente, della nostra preghiera personale.
Immagino che molti di noi già lo facciano. Mi permetto di invitare tutti a trovare almeno un momento nella giornata, nel quale pregare Dio per le persone e le situazioni che ci stanno a cuore. A volte potrà essere una preghiera riassuntiva, sintetica. Almeno ogni tanto è bene, mi sembra, prendersi il tempo di una preghiera più “dettagliata”, magari scorrendo un elenco di nomi, provando a far passare nella nostra mente i volti, le situazioni, le attese, le speranze.
Cerchiamo di intercedere per chi è più nel bisogno, per chi è più dimenticato… E per le situazioni più difficili e complicate. Ci sono momenti (e io credo che il momento storico che stiamo vivendo sia uno di questi) in cui ci sentiamo disarmati, impotenti di fronte a drammi, miserie, catastrofi e violenze che ci sembra di non riuscire più ad arginare.
In questi momenti la preghiera – certo anzitutto la preghiera a Dio perché da Lui venga la salvezza – e la preghiera di intercessione, è quasi la sola cosa che ci resta.
Intercediamo per le vittime, intercediamo anche per i carnefici; preghiamo per chi fa il bene, preghiamo per chi fa il male, perché si converta; preghiamo anche per i nostri nemici… sì, anche per loro vale, più che mai, la preghiera di intercessione (cf. Lc 6,27-28)!
Da questa preghiera potrà derivare anche qualche luce su ciò che possiamo fare, per le persone e per le situazioni. In ogni caso, affidare tutto a Dio, nella preghiera costante e fiduciosa di intercessione, è già un’azione importante, e non una scappatoia per deboli e incapaci.
E ci sia di aiuto e di esempio la «moltitudine immensa» dei santi e delle sante che pregano e intercedono per noi.