15 agosto 2025

Solennità dell’Assunzione di Maria

Il vescovo Daniele ha presieduto la santa Messa solenne nella festività dell’Assunzione di Maria, nella Cattedrale di Crema (intitolata a S.Maria Assunta in cielo), venerdì 15 agosto 2025. Riportiamo di seguito la sua omelia.

 

Ho avuto tra le mani, nelle settimane scorse, un libro uscito da poco dello scrittore spagnolo Javier Cercas, che si intitola: Il folle di Dio alla fine del mondo (ed. Guanda, 2025).

Questo scrittore era stato invitato a partecipare al viaggio apostolico di papa Francesco in Mongolia, ai primi di settembre del 2023. E dice così:

Sono ateo. Sono anticlericale. Sono un laicista militante, un razionalista ostinato, un empio rigoroso. Però eccomi qua, in volo verso la Mongolia con l’anziano vicario di Cristo sulla terra, pronto a interrogarlo sulla resurrezione della carne e la vita eterna. Perciò mi sono imbarcato su questo aereo: per chiedere a papa Francesco se mia madre vedrà mio padre al di là della morte, e per portare a mia madre la sua risposta. Ecco un folle senza Dio che insegue il folle di Dio fino alla fine del mondo.

Giudicando le cose “dall’esterno”, da quello che emerge soprattutto dai mezzi di comunicazione, questo scrittore aveva l’impressione (non del tutto sbagliata) che nella Chiesa si parlasse di tutto — della Chiesa stessa, dei mille problemi del mondo… — ma si parlasse poco o niente di ciò che sta al centro della fede cristiana: e cioè, appunto, di Cristo risorto, della risurrezione, della vita eterna…
E aveva l’impressione che anche al Papa si chiedesse di parlare di tutto, ma nessuno che mai gli domandasse direttamente: ma lei crede alla risurrezione dei morti, alla vita eterna? Ci crede come mia madre (dice ancora questo scrittore), credente convinta, ormai molto anziana e con l’Alzheimer, ma sicurissima che dopo la morte rivedrà suo marito già morto, lo incontrerà di nuovo vivente nella risurrezione?

Ci fa bene riproporre anche alla nostra fede una domanda così diretta: anche perché, senza la fede nella risurrezione, la festa che stiamo celebrando non avrebbe senso. Celebrando l’Assunzione di Maria, la fede cristiana proclama che Maria, la madre del nostro Signore Gesù Cristo, vive già adesso la pienezza della risurrezione e della vita eterna, inaugurata dalla Pasqua di Gesù, e verso la quale tutti noi siamo in cammino.

E l’apostolo Paolo, scrivendo ai Corinzi, alcuni dei quali avevano dubbi sulla risurrezione dei morti, dice chiaro e tondo (poco prima del passaggio che abbiamo ascoltato nella seconda lettura):

Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini (1Cor 15,13-19):

e poi seguono le parole che abbiamo ascoltato poco fa nella lettura.

La «speranza che non delude», di cui ci parla il Giubileo che stiamo vivendo, è precisamente questa: una speranza in Cristo — una speranza che è Gesù Cristo stesso, morto e risorto — che crediamo più forte della morte, perché radicata nell’amore di Dio che si è rivelato proprio in Gesù, e nella sua vita data per noi (cf. Rm 5,1-10).
Di questa speranza più forte della morte, Maria è l’immagine perfetta: e in lei, assunta in cielo — vivente, cioè, nella pienezza della vita di Dio, unita perfettamente al Figlio risorto — contempliamo anche ciò che ci aspetta, e ciò che l’amore di Dio fa maturare pian piano, già in questa nostra vita.
Certo, ci piacerebbe saperne di più; ci piacerebbe chiedere (come facevano già i Corinzi con Paolo): ma come sarà questa risurrezione? Quali saranno le nostre condizioni? Come sarà il nostro corpo risorto…?
Non sono domande da buttar via, e anche Paolo cerca di dare un abbozzo di risposta, ma lo fa soprattutto per dire: non pensiamo alla risurrezione come a una replica più o meno migliorata di ciò che siamo adesso. Il punto decisivo è il legame con Dio, in Gesù Cristo: qualcosa che già possiamo vivere ora, e che nemmeno la morte potrà spezzare.
E proprio il legame unico, singolare, con il suo Figlio, è ciò che fonda la convinzione di fede della Chiesa riguardo a Maria: la morte non ha potuto separare Maria dal suo Figlio, e per questo Ella già partecipa pienamente della sua vita.

Non vi anticiperò in che modo lo scrittore di cui parlavo all’inizio, Javier Cercas, è poi riuscito a fare la sua domanda a papa Francesco, né la risposta che ha avuto (e che ha potuto riferire alla madre, poco prima che morisse). Però nelle più di quattrocento pagine che bisogna leggere per arrivare a questa risposta, lo scrittore riporta a un certo punto (a p. 449!) un testo di papa Francesco, che anch’io avevo letto a suo tempo, poco dopo la sua elezione nel 2013, ma che non ricordavo più. Fa parte di una pagina che l’allora Jorge Bergoglio aveva scritto alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale, nel 1969. Dice così:

Credo nella pazienza di Dio, accogliente, buona come una notte d’estate.
Credo che papà sia in cielo insieme al Signore. […]
Credo in Maria, mia madre, che mi ama e mai mi lascerà solo. E aspetto la sorpresa di ogni giorno nel quale si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno fino all’incontro definitivo con quel volto meraviglioso che non so come sia, che fuggo continuamente, ma che voglio conoscere e amare. Amen.

Siamo convinti che papa Francesco sia arrivato davvero a quell’incontro definitivo con il volto di Dio. Sappiamo — e anche questo testo ce l’ha confermato — quanto sia stato importante, per lui, affidarsi a Maria, la Madre del Signore. Lei, che oggi contempliamo assunta nella pienezza della vita di Dio, ci insegni a camminare nella fede di Cristo risorto, fondamento di una speranza che non delude, e che neppure la morte potrà cancellare.