20-21 aprile 2024

Pellegrinaggio degli adolescenti al Santuario di Caravaggio

Il vescovo Daniele ha partecipato al pellegrinaggio degli adolescenti della diocesi di Crema al Santuario di Caravaggio, il 20 e 21 aprile 2024. Il pellegrinaggio si è concluso con la Messa, celebrata nel Santuario la mattina di domenica 21 aprile. Riportiamo di seguito l’omelia del vescovo.

 

Noi cristiani siamo quelli che scommettono su una realtà che sembra perdente; siamo quelli che si appoggiano su una pietra che i costruttori di questo mondo hanno scartato, perché l’hanno giudicata inutile, o addirittura dannosa.
Della «pietra che i costruttori hanno scartato» abbiamo sentito dalle parole di Pietro nella prima lettura (cf. At 4,8-12, v. 11), e l’abbiamo ricordata con le parole del salmo (cf. Salmo 118/117). Questa pietra continua a essere scartata anche oggi: lo testimoniano, ad esempio, i continui appelli di pace da parte del Papa, appelli che puntualmente sono ignorati, sono scartati, gettati via…
Eppure, noi cristiani continuiamo a mettere quella pietra lì, Gesù di Nazaret e il suo vangelo, a fondamento della nostra vita; continuiamo a scommettere su di lui – anche se dobbiamo riconoscere che noi per primi poi ce ne dimentichiamo, cadiamo in contraddizione, diciamo di accoglierlo ma in realtà lo respingiamo…
Però, a parole, e ogni tanto anche coi fatti, continuiamo a fondarci su di lui, continuiamo a dirci “cristiani”, a dire che siamo suoi, siamo quelli che scommettono su di lui. Perché lo facciamo? Perché questa scelta, che sembra un po’ da perdenti?

La fede pasquale è una prima risposta: «La pietra che i costruttori hanno scartato, ora è pietra angolare» (Sal 118,22): cioè, Dio è andato a prendere questa pietra gettata via, e ne ha fatto il fondamento del mondo nuovo, del mondo rinnovato a partire dalla Pasqua. Per questo noi scommettiamo su di lui: perché crediamo che ha vinto la morte, che è risorto e vivente, e Dio ce lo propone come pietra angolare.

Ma forse possiamo dire anche un’altra ragione – o è la stessa, ma detta in altro modo. Noi scommettiamo su di lui, crediamo in lui, perché siamo convinti che ci ha voluto e ci vuole bene; perché siamo convinti che ha dato la sua vita per noi (cf. Gv 10,11.15); che ci ha amato con l’amore più grande possibile, quello di chi dà la vita per i suoi amici (cf. Gv 15,13).
Noi ci affidiamo a lui, perché sentiamo che non siamo dei numeri, per lui: perché sentiamo che ci conosce (cf. Gv 10,14) e ci vuol bene uno per uno, che ci chiama per nome (cf. Gv 10,3-4) – lui, che conta il numero delle stelle, e le chiama ciascuna per nome (cf. Sal 147,4), come abbiamo meditato ieri sera e stanotte.
Il fatto è che siamo preziosi ai suoi occhi (cf. Is 43,4): ma non perché siamo particolarmente bravi… È che per lui contiamo molto, a prescindere; e tra le mille voci di questo mondo, voci seducenti, invitanti, suggestive, imperiose… noi riconosciamo la sua voce (cf. Gv 10,4) come la voce di chi ci vuol bene davvero, e non ha altro desiderio se non farci sentire quanto contiamo per lui, e quanto desidera per noi pienezza di vita.
Ecco, noi siamo quelli che, con tutti i limiti, cercano di ascoltare la voce di Gesù Cristo, e di lasciarsi guidare da questa voce. Non ci interessa, anche se ci dispiace, se a molti questa voce dice poco: ci interessa ascoltarla noi, e lasciare che plasmi la nostra vita; e allora, chissà, forse anche qualcun altro riconoscerà quella voce, potrà capire di essere cercato e amato, e potrà anche lui seguire Gesù e accogliere la vita buona e piena, che tutti riceviamo da lui.

E noi cerchiamo di ascoltare la voce di Gesù e di lasciarci guidare da lui, anche perché ce lo ha consigliato una che lo ha fatto: Maria di Nazaret, che veneriamo in questo bel santuario, posto al centro della nostra regione. È lei che, un giorno, ha detto: Qualsiasi cosa lui, Gesù, vi dica, fàtela (cf. Gv 2,5)! Fàtela, anche se vi sembra strano, come quando dice di riempire di acqua le anfore (cf. Gv 2,7), anche se a mancare è il vino… o come quando, dopo una notte di pesca andata a male, dice di andare al largo e di buttare la rete per la pesca (cf. Lc 5,4; Gv 21,6).
Fate quel che Gesù vi dice di fare: e scoprirete di vita in abbondanza, che egli ha in serbo per voi.