12 novembre 2023 - Parrocchia di S. Bernardino

Giornata diocesana del ringraziamento

Il vescovo Daniele ha presieduto la santa Messa nella Giornata diocesana del ringraziamento, domenica 12 novembre 2023, nella chiesa parrocchiale di San Bernardino in Crema. Riportiamo di seguito l’omelia.

 

Gesù conclude la sua parabola (cf. Mt 25,1-13) con l’invito: «Vegliate…, perché non sapete né il giorno né l’ora» (v. 13). Però, raccontando delle vergini previdenti, che avevano preso con sé l’olio di riserva, e di quelle che invece non avevano fatto scorta, dice che «poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono» (v. 5).
Per queste ragazze, dunque, “vegliare” non vuol dire necessariamente stare sveglie – e poi, magari, al momento in cui arriva lo sposo (certo, con un bel ritardo, se arriva a mezzanotte!) trovarsi stanche e imbambolate…
Forse capiamo meglio il senso dell’invito di Gesù pensando a come fanno le persone che devono essere pronte nei casi di emergenza, come i vigili del fuoco, compresi quelli dei turni di notte. Non è che stiano svegli tutti la notte in attesa di un allarme che magari, per quella notte, non arriva… Il “trucco”, naturalmente, è quello di essere sempre pronti a intervenire, quando scatta l’emergenza, a qualsiasi orario, anche di notte, in modo da non perdere tempo e fare con competenza quel che c’è da fare.
Le cinque vergine sagge della parabola hanno capito questo; hanno messo in conto che lo sposo poteva arrivare in ritardo, e si sono attrezzate per trovarsi pronte anche di fronte a questa possibile emergenza.
E con questo il Signore vuol dire ai suoi discepoli che l’atteggiamento giusto, il comportamento giusto, per fronteggiare l’imprevisto – compreso quell’“imprevisto” che è la “fine”, che si tratti della “fine del mondo”, che si tratti della fine della nostra vita personale, perché la nostra vita terrena avrà una fine, che si tratti di qualunque altra cosa che può all’improvviso sconvolgere la nostra vita – ecco, per far fronte a tutto questo, l’atteggiamento giusto è quello di prepararsi per tempo, di prepararsi nella costruzione quotidiana di quegli atteggiamenti, di quelle scelte, che poi ci permettono di rispondere nel modo migliore anche alle “emergenze”.
Credo che il Signore ce lo dica proprio anche attraverso il segno dell’olio, quello che le vergini sagge portano con sé in piccoli vasi (cf. v. 4): come a dire che è non la quantità che conta, ma piuttosto ciò che si prepara sul lungo tempo – perché l’olio arriva alla fine di un cammino lungo, non lo ottieni in quattro e quattr’otto: devi piantare gli ulivi, aspettare che entrino in produzione (e ci vuole qualche anno), e poi raccogliere le olive, spremere…
È nel corso di una vita, insomma, che ci si prepara; è costruendo giorno per giorno quegli atteggiamenti, quello “stile di vita”, che poi “tiene” anche nei momenti di emergenza, anche di fronte a prove e difficoltà.

E quali sono, questi atteggiamenti, questi “stili di vita”, che entrano come ingredienti dell’olio che può alimentare la fiamma della nostra vita? Noi cristiani riconosciamo di impararli da Gesù, questi “stili di vita”: sono quelli insegnati da lui, in tutte le sue parole e in tutti i suoi gesti, sono quelli che il Vangelo ci trasmette. Nel contesto della giornata che stiamo vivendo, la “giornata del ringraziamento”, ne sottolineo brevemente due.
Il primo è appunto quello del ringraziamento, la capacità di “rendere grazie”: non solo, cioè, di “dire grazie” (il che è già molto!); ma di “rendere grazie”, che vuole dire di vivere riconoscendo il dono che è alla base della nostra vita; il riconoscere che veniamo da Dio, che siamo frutto del suo amore, che ci riceviamo da Lui in ogni cosa.
È lo “stile di Gesù”, il Figlio che dice: «Tutto mi è stato dato dal Padre mio…» (cf. Mt 11,27): non c’è in me nulla che non venga da lui, nulla che non sia suo dono; e tutta la vita del Figlio, tutta la vita di Gesù è, dunque, “eucarestia”, cioè appunto “rendimento di grazie”, affidamento di sé al Padre, pieno di riconoscenza e amore, che alimenta tutta la vita di Gesù, fino alla “crisi”, all’“emergenza” drammatica della Croce: nella quale Gesù è ancora sostenuto da quell’olio di riconoscenza e rendimento di grazie che gli permette di dire, fino all’ultimo: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (cf. Lc 23,46), consegno me stesso, tutta la mia vita.

Se siamo consapevoli che “tutto è dono di Dio”, impariamo più facilmente anche il secondo atteggiamento, che prendiamo dal tema del Messaggio che i Vescovi italiani hanno preparato per questa giornata del ringraziamento: Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura. Può sembrarci un titolo un po’ tecnico, ma le parole dei Vescovi aiutano subito a capire meglio di cosa si tratta: si tratta della fraternità, che è un ‘pezzo’ essenziale dell’insegnamento di Gesù, da applicare anche al lavoro («Anche nell’esperienza del lavoro siamo chiamati a creare quello stile che non ci fa sentire concorrenti, ma fratelli»), ma vale per tutta la vita, è parte di quell’olio che ci fa trovare pronti.
E qui uno potrebbe dire: sì, ma proprio la parabola di oggi sembra poco “fraterna”, le ragazze previdenti non sono state molte disposte a condividere il loro olio con quelle che erano rimaste senza…
È vero: ma ricordiamo che le parabole di Gesù in qualche modo vogliono sempre un po’ provocare, anche presentando comportamenti che ci sembrano fuori luogo… Il fatto è, di nuovo, che non si può pretendere di rimediare all’ultimo momento, bisogna prepararsi prima, per tempo… Anche nello stile di fraternità: ce lo dirà il Signore stesso tra due domeniche, quando ci farà capire che per tutti questa preparazione si compie ogni giorno, in gesti quotidiani e “facili”: «Avevo fame, e mi avete dato da mangiare, avete sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, forestiero e mi avete accolto, prigioniero e siete venuti a trovarmi…» (cf. Mt 25,35-36).
È così che si prepara l’olio che alimenta le nostre lampade, e che ci permette di essere sempre pronti in ogni emergenza, in ogni situazione. Proprio celebrando la Messa, l’Eucaristia (che vuol dire “rendimento di grazie”), impariamo dal Signore Gesù, e da lui riceviamo la capacità di saper rendere grazie a Dio in ogni cosa (cf. Col 3,15.17), e in tutta la nostra vita; e impariamo a vivere da fratelli e sorelle, testimoni dell’amore di Dio che non si stanca di offrire a tutti la sua pienezza di vita.