ho la gioia di presentarLe la diocesi di Crema: la rappresentano qui oltre duemila fedeli, di diverse età e condizioni, provenienti da tutto il territorio della diocesi. A loro si aggiungono alcuni amici di altre diocesi, tra cui cinquanta fratelli e sorelle di Cosenza, diocesi a noi vicina specialmente nell’attenzione agli adolescenti e ai giovani.
Da tre anni aspettiamo questo incontro, dopo la beatificazione di padre Alfredo Cremonesi, celebrata il 19 ottobre 2019. Originario della nostra diocesi, seminarista diocesano, sentì la chiamata di Dio per la missione ed entrò nel futuro Pontificio Istituto per le Missioni Estere. Fu mandato in Birmania – oggi Myanmar – all’età di 23 anni, e là rimase per tutta la sua vita. Settant’anni fa, il 7 febbraio 1953, il suo sangue fu sparso con violenza, per mano dell’esercito birmano, e sigillò così, con il martirio, il suo amore per il Signore Gesù e per il suo popolo.
Oggi, finalmente, possiamo dire personalmente a Lei, Santità, il nostro ‘grazie’ per averlo annoverato tra i martiri. Con noi, dicono questo ‘grazie’ i missionari del PIME, qui rappresentati dal Superiore generale, p. Ferruccio Brambillasca, accompagnato da alcuni confratelli; e anche alcuni seminaristi della diocesi di Taungngu, la diocesi del b. Alfredo, accolti nel Seminario del PIME a causa delle difficili condizioni del loro paese, e con i quali abbiamo stabilito un vincolo di amicizia e sostegno.
La missione è radicata nella tradizione della nostra Chiesa. Lo attestano tra gli altri il carissimo mons. Rosolino Bianchetti, vescovo del Quiché, in Guatemala. Dalla nostra diocesi di Crema partì, così come altri sacerdoti, al servizio delle Chiese dell’America Latina, prima in Venezuela e poi in Guatemala, dove è stato chiamato all’episcopato: è una gioia che sia qui con noi, oggi. Tra i missionari cremaschi, mi è poi particolarmente caro ricordare p. Pierluigi Maccalli, per il quale abbiamo tanto pregato nei due anni della sua prigionia in Niger e in Mali; non poteva essere con noi oggi, ma lo ricordiamo volentieri.
Ma è nostro desiderio tenere vivo il fuoco della missione anche nel nostro stesso territorio, nel cuore dell’operosa Lombardia; vorremmo tenerlo vivo nelle nostre parrocchie, nei nostri gruppi e associazioni. Siamo consapevoli che non basta custodire con amore e riconoscenza le belle tradizioni del passato, di cui è stata arricchita anche la nostra piccola ma vivace Diocesi.
L’esortazione che Lei, Santità, continuamente rivolge alla Chiesa e ai cristiani, perché escano verso i fratelli e le sorelle di ogni condizione e ambiente, portando a loro – prima di tutto, attraverso la vita secondo il Vangelo – la ricchezza e la grazia di Cristo, morto e risorto, ci fa interrogare e riflettere.
Non siamo sicuri di aver trovato ancora la via buona, e per questo Le chiediamo di incoraggiarci e guidarci, confermandoci nella fede del Signore risorto e nella gioia del suo Vangelo.
Grazie per averci accolti, Santità; grazie per il tempo che ci dedica, grazie per la Sua benevolenza, per le parole che vorrà rivolgerci e per la Sua paterna benedizione. Dio La conservi in salute, esaudisca le Sue preghiere – in particolare per la pace nel mondo – e renda fecondo il Suo ministero così prezioso e delicato, per la Chiesa e per il mondo intero.