Santo Curato d’Ars

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4 AGOSTO – PREGHIERA PARTICOLARE PER I PARROCI E I SACERDOTI

Il Santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney
Patrono dei parroci e dei sacerdoti

Note biografiche
Nacque in Francia l’8 maggio 1786, è stato un uomo di preghiera e carità. Divenne sacerdote nel 1815 e nel 1818 venne inviato ad Ars, allora villaggio di circa 230 abitanti. Aveva un dono speciale per la Confessione. Per questo le persone accorrevano da ogni luogo per confessarsi con lui e ascoltare i suoi santi consigli. Ha anche combattuto contro il Maligno in varie occasioni, a volte anche non solo a livello spirituale. Morì ad Ars il 4 agosto 1859. Beatificato dal Papa San Pio X l’8 gennaio 1905, nello stesso anno viene dichiarato “patrono dei preti francesi”. Canonizzato il 31 maggio 1925 da Pio XI (lo stesso anno di Santa Teresina del Bambino Gesù). Nel centenario della morte, il 1° agosto 1959, Giovanni XXIII gli ha dedicato un’enciclica, Sacerdotii Nostri Primordia, additandolo a modello dei sacerdoti.

PREGHIERE PER I SACERDOTI E I PARROCI

Preghiera per i parroci (di san Paolo VI)

Signore, ti ringrazio di averci dato un uomo,
non un angelo, come pastore delle nostre anime;
illuminalo con la tua luce, assistilo con la tua grazia,
sostienilo con la tua forza.
Fa che l’insuccesso non lo avvilisca, e il successo non lo renda superbo.
Rendici docili alla sua voce.
Fa che sia per noi amico, maestro, medico, padre.
Dagli idee chiare, concrete, possibili;
a lui la forza di attuarle, a noi la generosità nella collaborazione.
Fa che ci guidi con l’amore, con l’esempio,
con la parola, con le opere.
Fa che in lui vediamo, amiamo e stimiamo te.
Che non si perda nessuna della anime che gli hai affidato.
Salvaci insieme con lui.

(da alcuni attribuita a mons. Tonino Bello…)

Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del cenacolo,
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più.
Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano.
Fa’ risplendere di gioia i loro corpi.
Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce.
Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà.

Ufficio Liturgico Diocesano