AUGURI PASQUALI: IL MESSAGGIO DEL VESCOVO DANIELE

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Il modo forse più breve per dire ciò che sta al cuore della Pasqua cristiana è la frase: Gesù Cristo vive (cf. Luca 24, 23)! Gesù Cristo è il Vivente, e vive per sempre (cf. Romani 6, 8-10). Quell’uomo, trattato come un delinquente, condannato a una morte vergognosa, inchiodato su una croce… proprio lui vive della pienezza di vita che solo Dio può dare.

I cristiani credono questo: che Dio ha risuscitato Gesù, il suo Figlio, e gli ha dato una vita che non conosce più nessuna limitazione, nessun ostacolo. E credono pure che in Gesù Cristo questa pienezza di vita è per tutti, per il mondo e per ogni creatura, «semplicemente» perché la vita piena e sovrabbondante è da sempre il desiderio di Dio per l’uomo e per il mondo.

La morte, e tanti altri limiti, restano presenti nella nostra vita: ma la Pasqua assicura che questi limiti non sono l’ultima parola. E tutti lo possiamo intuire, ogni volta che accettiamo di limitare il nostro «io», per fare spazio all’altro – nell’amicizia, nell’amore, nell’ascolto, nella collaborazione, nell’aiuto, nella solidarietà… Lì intuiamo che non ogni «morire» è per la mor­te, non ogni limite è solo limite. Il limite, infatti, può aprire a una comunione più grande, e persino la morte può essere passaggio a una vita più piena e vera. Ed è appunto ciò la Pasqua di Gesù proclama: perché la sua morte è in realtà vita donata nell’amore, che sboccia sulla vita piena e offre a tutti la stessa pienezza di vita.

Questo dunque l’augurio pasquale che vorrei fare: che ciascuno possa fare esperienza dell’abbondanza di vita che Dio desidera per tutti: già ora, in questo nostro pellegrinaggio ter­reno, e per sempre. È l’augurio che rivolgo anzitutto a chi sente su di sé il peso dei limiti: per le paure, l’incertezza, la sofferenza del corpo o dello spirito, gli affetti colpiti, la solitudine… È l’augurio che Dio trasformi in bene anche ciò che ora riusciamo a vedere solo come male e tribolazione.

E auguro che questa trasformazione – diciamo pure: questa risurrezione! – avvenga anche grazie all’impegno generoso a fare della propria vita un dono, senza timori o chiusure: in mil­le forme, nell’impegno quotidiano della famiglia, del lavoro, della professione, nel servizio al bene comune, nel costruire la polis, nell’attenzione all’ambiente, nell’offrire speranza alle nuove generazioni e nell’accompagnare chi si avvia al termine dell’esistenza… e, soprattutto, nel prendersi cura di chi è più debole, di chi viene scartato o dimenticato.

Come celebrare la Pasqua, se non facciamo nostro, in un modo o nell’altro, il sogno di vita piena per tutti, che Dio manifesta risuscitando Gesù, il Crocifisso, come primo di una moltitu­dine di fratelli?

In questa moltitudine siamo chiamati anche noi, ma per esserci gli uni con gli altri e gli uni per gli altri, nel dono di noi stessi, perché tutti abbiano vita in abbondanza.

Buona Pasqua!