SS. Trinità

Zona Urbana

La chiesa della SS. Trinità, all’inizio di via XX Settembre, è un invito alla gioia cristiana nella prorompente vitalità della sua architettura. È infatti un gioiello di quel barocco che tendeva a stupire, a raccontare e a coinvolgere il popolo credente in una meraviglia paradisiaca, popolata dalla Trinità, dalla Vergine, da angeli e santi.

Iniziata nel 1737 e conclusa nel 1740 (ultima di una serie di quattro chiese erette sulla stessa area), è stata progettata forse dal veneto Andrea Nono. L’esterno si presenta con la peculiarità di due facciate, collegate da una fiancata smussata che dà idea di continuità. Ambedue sono a doppio ordine, divise da una robusta cornice e scandite da lesene con capitelli a volute e foglie d’acanto; la facciata occidentale, nel vicolo, termina con timpano triangolare e pinnacoli ad anfora in arenaria; quella meridionale, in via XX Settembre, con timpano a volute contenente il simbolo della Trinità. L’intera chiesa è movimentata da un insieme di nicchie, finestre incorniciate, cartigli, volute e arabeschi in finto cotto. Belli anche i due portali con colonne aggettanti che sostengono una trabeazione modulata con finestra ovale. Elegante il campanile che termina in forma tonda con quattro pinnacoli, coronati da una ringhiera in ferro battuto. Alla sommità, una statua bronzea del Redentore, rotante su un perno, indica la direzione dei venti.

L’interno (l’ingresso principale è dal vicolo), a una sola navata di pianta quasi quadrata con cappelle laterali, si presenta sfarzoso e ricco. L’architettura è abbastanza insolita: da notare i matronei con balaustre sopra una grande cornice dorata che segna il basamento della volta. L’unitarietà della decorazione è dovuta a Fabrizio Galliari (1709-90) che l’eseguì attorno al 1766. Comunque l’attuale assetto della chiesa si presenta secondo i risultati del totale riordino voluto, negli anni 1885-1886, dal parroco Cesare Franceschini e diretto dal pittore cremasco Angelo Bacchetta.

Il discorso spirituale che si svolge nelle scene sacre non è unitario, ma evoca tradizioni devozionali della comunità locale. Al centro dell’attenzione è naturalmente la SS. Trinità, raffigurata, come scendesse dal cielo, nella splendida scenografia dell’abside, eseguita dal Galliari. Nella parte sottostante un finto loggiato sfonda illusoriamente la parete: davanti è affrescato un tempietto che ha avuto una storia curiosa: il parroco Franceschini, nel riassetto citato, ne fece eseguire uno identico in marmo al milanese Luigi Cocchi, poi ritenne utile far cancellare dal Bacchetta quello dipinto. È stato riportato alla luce in restauri recenti. Sotto troviamo un pregevole coro ligneo intagliato del XVII secolo. La volta del presbiterio è disegnata a cupola; sulle pareti si trovano due modesti affreschi di Francesco Saviani (1723-72): Il Battesimo di Gesù e La Trasfigurazione. Notevole invece l’altare di marmo scuro di Locarno, finemente intarsiato con un fantastico intreccio cromatico di arabeschi: è opera dei Fantoni, celebre famiglia di intagliatori e scultori a cavallo tra XVII e XVIII secolo.

La volta dell’aula presenta, all’interno di una fantasiosa decorazione, tre riquadri con altrettante scene dell’Antico Testamento: Rebecca al Pozzo, La Scala di Giacobbe e Mosè salvato dalla acque. Sono opera di Giuseppe Le Gru (sec. XVIII), discendente di una famiglia d’artisti francesi, ma nato a Verona.

La chiesa ha cinque cappelle laterali con una serie di pregevoli tele. Il primo a sinistra è l’antico altare dedicato alla Madonna (lo dimostrano L’Annunciazione contenuta nel cartiglio al centro dell’arco e nel paliotto dell’altare). Oggi troviamo una pala che raffigura la Madonna con San Francesco Saverio del modesto pittore parmense Giuseppe Peroni (1767) e l’altare è dedicato al santo missionario delle Indie. Alle pareti due tele con I Miracoli del Santo del cremasco Giambattista Brunelli (sec. XVIII).

La seconda cappella è dedicata alla Madonna del Carmine, rappresentata con una ottocentesca statua lignea del bergamasco Giordano Sanzio. La decorazione della cappella è dei fratelli Giuseppe e Antonio Torricelli di Lugano (1761). Grande la devozione alla Madonna del Carmine nella parrocchia della SS. Trinità. Deriva dal convento dei Carmelitani soppresso da Napoleone, dal quale fu acquistata anche la statua della Madonna, sostituita dall’attuale nel 1836.

La terza cappella, arricchita dal parroco Franceschini di un esuberante altare con colonne tortili, è dedicata a San Francesco di Paola di cui la pala raffigura L’Estasi. È opera del dalmata Federico Bencovich detto il Fedrighetto (1677-1756) e si tratta di uno dei più suggestivi esiti del suo linguaggio drammaticamente chiaroscurale. Nella tela spicca il monogramma “Charitas” a significare la carità e l’umiltà che caratterizzarono la vita di questo santo che morì a Tour in Francia nel 1507 a 91 anni. Su questo altare sono custodite le spoglie del piccolo martire san Teodoro provenienti dalle catacombe di Sant’Agnese.

Delle due cappelle del lato sud, la prima è del Santo Sepolcro. Vi troviamo i segni della passione: due angeli sopra l’ancona in marmo, sorreggono il sudario della Veronica e altri, dipinti nella volta, reggono chiodi, spugna e corona di spine. La tela d’altare rappresenta La Deposizione di Gesù ed è opera di Pompeo Batoni (1761), esponente di rilievo della scuola romana. Ma nel cartiglio dell’arco è raffigurata anche la Risurrezione di Gesù a completamento del mistero.

In corrispondenza della cappella centrale troviamo l’ingresso da via XX Settembre, sopra il quale campeggia un grandioso organo, un tempo del Serassi, rifatto dalla ditta Benzi nel 1909: la cantoria è dell’intagliatore Giovanni Annesa.

L’ultima cappella è dedicata alla Madonna. Allestita dal parroco Franceschini, vi si ammira una splendida Natività di Callisto Piazza (1538) dove Maria è raffigurata tra i santi Pietro (sotto il suo piede la pietra con la firma dell’autore), Sebastiano, Paolo, Rocco e Giuseppe. Nella cappella la statua di San Gaetano di cui era fiorente la devozione fino a qualche decennio fa.

Notiamo, infine, sopra la bussola della porta centrale, il monumento funebre con la statua del grande condottiero Bartolino Terni (morto nel 1518) del veneto Lorenzo Bregno che “riuscì a fare una bella statua di un brutto personaggio”.

Nelle sacrestie altri notevoli tele: Fuga in Egitto di Gian Giacomo Barbelli (1604-56), studio preparatorio del grande affresco realizzato nel vicino Santuario delle Grazie; L’Adorazione dei Magi di Giovanni Brunelli; Redentore in gloria con San Francesco di Sales e San Gaetano di Domenico Cignaroli (1722-93), Deposizione forse di uno dei Piazza.

SS. Trinità

via XX Settembre 102, Crema

Parroco moderatore
TEDOLDI DON REMOALDO (DON REMO)
via XX Settembre 102, Crema
0373.250506

Parroco in solido
FRASSI DON ANGELO

Cappellano
FERRARI DON PIERLUIGI

Orari Sante Messe

Orario Festivo
Sabato 18.00
Domenica 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.00

Orario Feriale
da Lunedì a Venerdì 7.45 – 18.00
Sabato 7.45

da lunedì a Sabato – preghiera delle Lodi ore 7.30

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