
Su proposta della Commissione per l’ecumenismo di Crema in collaborazione con il Centro di Spiritualità
LA COMUNITA’ DI TAIZE’ A CREMA CON FRERE EMILE IL 1° E 2 APRILE 2025
FR.ROGER DI TAIZE’ E IL SUO “VIVERE”: IL PRIMATO DELL’AMORE E DELLA FIDUCIA IN CRISTO
Martedì 1° e mercoledì 2 aprile 2025 è stato a Crema Frère Émile della Comunità Internazionale di Taizé su proposta della Commissione ecumenica in collaborazione con il Centro di spiritualità. Nel programma una veglia per la pace, animata dagli Amici di Taizé di Crema e una sua testimonianza al Centro di Spiritualità su Fr.Roger di Taizé.
E’ stata una “due giorni” per scoprire, conoscere, ritrovare la spiritualità e lo spirito della Comunità internazionale di Taizé e del suo fondatore, Frère Roger Schutz di Taizé. Un’occasione per cogliere, nell’oggi, la presenza di Fr.Roger e del suo messaggio. Dai primi anni ’40 Fr.Roger, come noto, ha creato in questo piccolo paese della Borgogna francese una Comunità, che ha richiamato negli anni migliaia e migliaia di giovani, desiderosi di interrogarsi sul proprio futuro e sulla propria esistenza, soprattutto da un punto di vista spirituale. Una realtà che, dopo la tragica scomparsa di Fr.Roger, avvenuta il 16 agosto 2005, ha raccolto la sua eredità spirituale e ha continuato e continua tuttora a farsi portatrice di questo annuncio di speranza non solo a Taizé , ma anche in tanti luoghi sparsi nel mondo, impegnandosi sempre in iniziative di solidarietà per le terre e i popoli che vivono in maggiore povertà. La Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, guidata da Padre Viorel Flestea, in collaborazione con il Centro di spiritualità, ha voluto approfondire il tema della riconciliazione e della “diversità riconciliata”, sottolineato dal Vescovo nella sua lettera pastorale per quest’anno (pag.24), ricordando Fr.Roger a 20 anni dalla sua scomparsa, cogliendone l’attualità del messaggio, ripercorrendo la sua vita: “Una vita donata per l’amore e la riconciliazione”.
La visita di Fr.Émile, inoltre, ha voluto e vuole rinnovare un legame profondo da un punto di vista spirituale con la chiesa di Crema della comunità di Taizé, legame sviluppatosi durante l’episcopato del vescovo mons.Carlo Manziana (1963-1981), legato a Fr.Roger da sentimenti di amicizia e fraterna stima nel solco del Concilio Vaticano II. Un legame con alla base una forte condivisione di valori, esperienze personali e di vita, di veduta orientata al dialogo e all’incontro tra le Chiese e nel mondo. Questo legame si è poi protratto negli anni, attraversando anche diverse generazioni. Moltissimi i giovani che da Crema si sono recati a Taizé e molti hanno partecipato, negli anni, al “Pellegrinaggio di fiducia sulla terra” proposto a fine anno nelle varie capitali d’Europa dalla Comunità stessa. Per moltissimo tempo gli Amici di Taizé di Crema si sono riuniti mensilmente per pregare secondo lo stile di Taizé.
Fr.Émile é stato molto vicino a Fr.Roger, unito a lui per un forte legame di fraternità spirituale, ma anche di affetto in un rapporto quasi filiale da quando, giovanissimo, scelse di divenire fratello della comunità. Fr.Roger lo menziona, ad esempio, anche nel suo diario nel quale si confronta e parla con i giovani in “I tuoi deserti fioriranno”. Negli anni Fr.Émile, dedicando la sua vita alla Comunità, si è anche appassionato alla Parola del Vangelo, divenendo profondo conoscitore delle Scritture e autore di pubblicazioni come il libro sulla figura di padre Yves Congar (Fidèle à l’avenir), uno dei padri del Concilio Vaticano II.
LA VEGLIA PER LA PACE CON FRERE EMILE DEL 1°APRILE : LA BEATITUDINE DEI POVERI DI SPIRITO E’, CON GESU’, SCEGLIERE DI AMARE IN MEZZO A UN’UMANITA’ IMPERFETTA E FERITA IN UNA REALTA’ DIFFICILE
Un primo momento di condivisione è stata la Veglia di preghiera per la pace, svoltasi martedì 1° aprile con inizio alle ore 21 nella chiesa cittadina Madonna di Lourdes in via Crocefissa di Rosa. Il tema della pace, da sempre al centro dell’attenzione della Comunità di Taizé, si è intensificato in questi ultimi anni a seguito del drammatico peggioramento della situazione internazionale: molte le iniziative, le preghiere e gli incontri da loro proposti in questi ultimi anni. La Veglia, guidata da Fr.Émile e da P.Viorel, responsabile della commissione diocesana per l’ecumenismo, ha preso avvio con la musica e i bei canti di Taizé, intonati dagli Amici di Taizé di Crema Nada te turbe, nada te espante e Tu sei sorgente viva. Dopo la lettura dei salmi e del vangelo delle Beatitudini (Matteo 5,1-11) da parte di p.Viorel, Fr.Émile ha offerto ai partecipanti una meditazione sulla prima beatitudine “Beati i poveri di spirito perché di essi è il Regno dei cieli”. «Sono commosso di essere in questa regione d’Italia che era cara al cuore di Frère Roger, fondatore della nostra comunità di Taizé.» ha esordito Fr.Émile.
«Per Frère Roger, – ha proseguito – questo testo era come una bussola per chi vuole vivere una vita secondo il Vangelo. Più che un messaggio queste parole ci mostrano come Dio stesso lavora nel mondo. Il primo a vivere le Beatitudini é Gesù stesso.».
«Colui o colei che vive la povertà in spirito – ha detto Fr.Émile – vive la felicità di essere in accordo profondo con Dio. Essere in accordo con Dio, é essere in grado di eseguire delle note che risuoneranno vere, giuste nella vita reale, che faranno avanzare la venuta del Regno dei Cieli. Il Regno per Gesù non é esattamente un luogo, ma é il fatto che Dio regna. Vivere la povertà del cuore é permettere lo svilupparsi del regno dell’amore, il suo diffondersi. ”Come ha scelto Gesù di essere Messia?“ Si é fatto battezzare da Giovanni nel Giordano. Ha scelto – ha sottolineato Fr.Émile – di scendere nell’acqua con gli altri. Ha scelto di vivere una sorprendente solidarietà con un’umanità imperfetta. E’ questa la povertà di spirito.». Fr.Émile ha aggiunto ancora che, a differenza del Tentatore, «Dio lavora in mezzo a un’umanità ferita. E’ tutto il contrario del perfezionismo. Il perfezionismo attende delle circostanze perfette, ideali, per cominciare la sua azione. Gesù, lui, non aspetta di trovare dodici discepoli perfetti, un’umanità perfetta che l’accetta senza resistere, delle assemblee entusiaste senza opposizione. Gesù viene come un povero, pieno di fiducia in suo Padre che non si impone. Per Gesù, é così che il Regno di Dio viene in mezzo a noi…».
Quindi «I poveri in spirito, – ha concluso Fr.Émile – sono coloro che sanno che Dio é nel reale, e i poveri in spirito sono coloro che affrontano il reale. Una realtà che non é facile in questo momento. Dunque ci viene chiesto di credere che anche noi possiamo inserirci nella storia, nella quale troviamo un misto di oscurità e di luce. Ma ci viene chiesto anche di resistere al fascino del male che vuole sempre farci credere che é lui la sola realtà. Noi possiamo agire, amare, credere, sperare. Le nostre vite avranno così un sapore che viene da Cristo.».
Hanno fatto seguito le preghiere di intercessione, la preghiera del Padre Nostro, lo scambio della pace e una preghiera di Fr.Roger recitata insieme: «Dio vivente,… Trasfigura i deserti dei nostri dubbi per prepararci ad essere portatori di riconciliazione. L’intenso momento di spiritualità si è concluso con l’Adorazione della Croce, un gesto tipico della Comunità di Taizé: l’affidarsi a Gesù in croce è sciogliere le proprie paure e i propri dubbi nel suo amore.»
L’incontro del 2 aprile 225.l’intervento di Fr.Émile di Taize’ su ”Quando fr.Roger diceva ‘vivere’. Scegliere di amare in Cristo, l’attenzione agli altri: un ecumenismo della cattolicita’ come pienezza. Il legame profondo, di amicizia e di stima reciproca, e il sostegno fondamentale del nostro vescovo Carlo Manziana in alcuni momenti fondamentali dalla vita del fondatore di Taize’
Si è svolto mercoledì 2 aprile, alle ore 21 presso la sala conferenze del Centro di Spiritualità di via Medaglie d’Oro 8, l’incontro con Fr.Émile di Taizé sul tema “Fr.Roger, una vita donata per l’amore e la riconciliazione. Quando Frère Roger diceva vivere”, proposto dalla Commissione diocesana per l’ecumenismo in collaborazione con il Centro di spiritualità. Dopo il saluto di don Giancarlo Camastra per il Centro di Spiritualità, p.Viorel Flestea, responsabile della Commissione per l’ecumenismo, dopo aver portato i saluti del nostro Vescovo Daniele Gianotti e ringraziato il relatore e i presenti, ha presentato Fr. Émile e il tema sul quale gli è stato chiesto di parlare: “Frère Roger, una vita donata per l’amore e la riconciliazione. Quando Fr.Roger diceva vivere” a 20 anni dalla sua morte, avvenuta il 16 agosto 2005. Il testo dell’intervento di Fr. Émile, approfondito, appassionato, curato nell’indicazione delle fonti (per la maggior parte opere e diari di Fr.Roger), viene pubblicato integralmente per dare la possibilità a tutti di cogliere l’importanza di questa figura anche nel suo legame con Crema e con il nostro Vescovo Carlo Manziana, di cogliere quanto la sua vita sia stata scelta d’amore in Cristo, di ritrovare nel nostro tempo, molte volte ripiegato su se stesso, l’attualità del suo andare verso gli altri come uomo di ascolto, con un’accoglienza ininterrotta per decenni e ancora oggi di migliaia e migliaia di giovani e persone.
Nella parte introduttiva, Fr.Émile, premettendo che “I legami antichi tra la diocesi di Crema e la comunità di Taizé meritano di essere celebrati“, ha messo il focus del suo intervento sul ‘vivere’ per Fr.Roger, sulla sua concezione dell’essere umano. Si è soffermato brevemente su P.Yves Congar, uno dei padri del Concilio Vaticano II, che ha avuto un’influenza significativa sul percorso ecumenico di fr.Roger, secondo un ecumenismo della cattolicità, della pienezza. Diversi i rimandi alle opere di Congar (in particolare a Chrétiens désunis Cristiani divisi del 1937), lo stesso fr. Émile ha scritto un libro su di lui (Fidèle à l’avenir). Il religioso ha in seguito delineato i punti di sviluppo della sua trattazione attraverso alcune parole chiave nella vita di Fr.Roger: mistero, trasfigurazione, fiducia, amore, gioia, rischio.
In particolare con la parola ‘mistero’, che esprime, secondo la concezione cristiana, la grandezza di Dio e in qualche misura dell’essere umano creato a sua immagine. I Padri della Chiesa nel Salmo 41 pregano: Abyssus abyssum invocat (« L’abisso chiama l’abisso»). L’abisso dell’uomo che chiama l’abisso di Dio. E’ di particolare significato questa parte perché rivela l’evoluzione avvenuta nella persona e nell’anima di Fr.Roger. Infatti Fr.Émile ha descritto la sua infanzia e la sua adolescenza. Il suo vissuto, segnato dall’incomprensione, dall’umiliazione, dalla malattia non gli ha impedito, per un rovesciamento, di diventare poi nella sua vita un uomo di ascolto dei giovani e delle persone sofferenti ad immagine di Cristo. La sua persona é così diventata espressione di quel mistero come grandezza.
La forza liberatrice del suo ‘acconsentire’ (come per il filosofo francese Paul Ricoeur, che lo ribadisce in Filosofia della volontà) si sviluppa verso il volto di Cristo, come dice ne I tuoi deserti fioriranno: «Una strada evangelica su cui incontrare lo sguardo di Cristo ha un nome: acconsentire. Acconsentire ai propri limiti, quelli dell’intelligenza, della fede, delle proprie capacità. Acconsentire anche ai propri doni. E nascono forti, meravigliose creazioni.».
Per Fr.Roger, come ha diffusamento spiegato fr.Émile, un momento essenziale è la trasfigurazione dell’essere umano e delle sue ferite in Cristo. nonché la forza trasformante di questo immergersi in lui: «Celebrando questo giorno della trasfigurazione di Cristo, cantiamo allo stesso tempo questa inimmaginabile attesa della nostra trasfigurazione. Cristo attraversa l’essere umano e gli dona la propria figura. Trasfigura tutto in noi, il bene come il male.» (Stupore di un amore) Fr.Émile ricorda come per Fr.Roger ogni essere umano e’ creato per essere abitato e la relazione con Cristo é il luogo del compimento e invito alla gioia.
Fr.Émile ha colto un tratto caratteristico di Fr.Roger dal punto di vista della relazione e comunicativo. Nel suo rapportarsi ai giovani e alle persone che soffrono, nelle risposte a delle domande vi sono spesso delle frasi incompiute. Esse esprimono rispetto dell’interlocutore e volontà di dare valore alla riflessione e alla ricerca da parte di chi gli pone delle domande fondamentali sulla propria esistenza.E accanto al rispetto vi é l’umiltà, riflesso e testimonianza di un Dio umile.
Un paragrafo ugualmente importante della relazione di Fr.Émile è dedicato al primato dell’amore. L’orizzonte ultimo per Fr.Roger è scegliere di amare. Fr.Émile ha sottolineato: «alla fine della nostra vita, noi vedremo chiaramente ciò che nella nostra vita è stato veramente importante, ‘ciò che rimane’…. Non sarà la nostra sete di potere, di dominio, i nostri successi ottenuti calpestando gli altri, ma tutto ciò che nella nostra vita sarà stato secondo l’ordine dell’amore, del dono di noi stessi per gli altri….» Ugualmente: «Per frère Roger credere, vivere per Dio, è scegliere d’amare. Questo è l’orizzonte verso il quale ha voluto condurre coloro che ha incontrato.» In Dio l’essere umano non può che amare. Fr.Roger scrive: «Chi vive per Dio sceglie di amare. Assumere una tale scelta suppone una vigilanza forte.Un cuore deciso ad amare può irradiare una infinita bontà.». Questa vigilanza ha la valenza duplice come qualità dell’attenzione e in particolare attenzione agli altri. In tal senso Nel corso della sua vita Fr.Roger ha ascoltato l’appello che veniva dai più poveri con iniziative concrete: l’accoglienza di ebrei durante la seconda guerra mondiale, di numerosi rifugiati nel villaggio di Taizé, di famiglie povere dalla Spagna e dal Portogallo, rifugiati dal Laos negli anni settanta, bosniaci durante la guerra nei Balcani, rifugiati del Rwanda dopo il genocidio, o ancora nel 1998, l’invio in Corea del nord di mille tonnellate di cibo per giovani madri e i loro neonati.
Come emerge, vivido, da un ricordo di Fr.Émile, per Fr.Roger bisogna partire dalla fiducia per contribuire a ridurre le sofferenze umane. Vi é anche l’invito di Fr.Roger a non temere le situazioni esigenti: esse si mostrano come chiamata di Dio e chiamata per gli altri.
Nell’ultima parte, infine, il relatore ha ricordato l’importanza per fr.Roger del coraggio di assumere rischi alla luce del Vangelo. Proprio qui si trova la testimonianza più toccante e coinvolgente e più vicina a noi perché vissuta sulla nostra terra.Infatti il 24 e il 25 giugno 1969, egli si incontra con il nostro vescovo Carlo Manziana e poche ore dopo con Zaccaria Roncalli, fratello di papa Giovanni XXIII. A mons.Manziana confida le sue paure, le titubanze e il vescovo Manziana lo incoraggia ad andare avanti soprattutto sulla decisione di far partire un Conclio dei giovani. Un fatto successivo a conferma di questo é la visita del Vescovo Manziana a Fr.Roger nel 1976, a Parigi, durante un incontro di preghiera a Notre Dame con tanti giovani. Il vescovo Manziana celebra la messa proprio a Notre Dame con accanto fr.Roger, i fratelli della Comunità e i tanti giovani riuniti lì per pregare.
Paolo VI e padre Bevilacqua (padre spirituale di Papa Montini) completano il quadro di persone che hanno costituito, per Fr.Roger uno stimolo per proseguire nel suo cammino nell’aprire sentieri di riconciliazione con spirito di infanzia e con audacia,offrendogli un aiuto senza paragoni. Un ritratto vivo, quello offerto da Fr.Émile, direttamente vissuto anche da lui quando, nel 2006, l’incontro suo e di altri fratelli con il card.Capovilla rivela un altro suo modo d’essere: lo spirito da bambino.
Nella parte finale vi è stato uno sguardo all’attualita’.
L’incontro si é concluso con alcune domande da parte dei presenti, alle quali Fr.Émile ha risposto. Sul cammino attuale di riconciliazione tra le confessioni cristiane, Fr.Émile ha detto fra l’altro: « …Fr.Roger ha cercato lui di vivere la riconciliazione interiore e ha detto ‘ho trovato la mia identità, riconciliando la mia origine con la fede della chiesa cattolica senza perdere il legame con la mia fede di origine e questo é un cammino interiore..Pensava che questa riconciliazione non era solo per lui, tutti possiamo vivere questa riconciliazione interiore, Signfica aprirsi ai doni di Dio e questa é la pienezza che cercava. Come diceva Congar, non l’ecumenismo della diplomazia, ma la ricerca della pienezza, é questa la cattolicità. Ognuno può cercare questa pienezza, aprirsi ai doni delle altre chiese.»
Sulla presenza dei giovani a Taizé, Fr.Émile ha osservato come: «i giovani vengono ancora numerosi, migliaia. Trovano nella preghiera una speranza. Scoprono lo stare con gli altri e questo dona una gioia nuova, non superficiale, la gioia della comunità, la gioia della condivisione. Ci sono valori nuovi nei giovani, una preoccupazione per la creazione, per l’ecologia, per la libertà. Dobbiamo avere occhi non solo per ciò che sta morendo, ma occhi per ciò che nasce, che é umile, che é fragile…» ha così concluso. Un messaggio di speranza, dunque, quello che ha voluto lasciare a nome della Comunità di Taizé, in continuità e in coerenza con il fondatore.
P.Viorel ha ringraziato calorosamente Fr.Émile per il tempo donato alla nostra Diocesi e tutti i presenti. Ha poi aggiunto, facendosi portavoce della sua aspirazione, che «Taizé attende Crema!»: un augurio di un nuovo dialogo e cammino tra queste due realtà.
Come nota finale di vita ecclesiale e associativa, ricordiamo la prartecipazione, alla serata di don Claudio Zanardini, rettore della chiesa delle Grazie a Brescia, già responsabile e tuttora vicedirettore dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo della Diocesi di Brescia. Tra i presenti un gruppo formato da Adelio, Maria e Igor, in rappresentanza della commissione ecumenica della chiesa di Rho (Milano).
Durante le due giornate Fr.Émile ha anche incontrato i sacerdoti della zona urbana e quelli dell’Unità pastorale Maria Regina della Pace. Si sono confrontati sull’attività pastorale ai nostri giorni e vi è stato anche l’invito di Fr.Émile a recarsi a Taizé.
Graziella Mazzini