INIZIAZIONE CRISTIANA: un tema su cui confrontarci per giungere a scelte pastorali comuni

Ai Cristiani della nostra Chiesa che è in Crema e ai loro Pastori.Carissimi:
da vari anni, ormai, stiamo affrontando il tema della “iniziazione cristiana”: siamo in molti, sacerdoti e laici, che ci chiediamo come introdurre i nuovi battezzati in un progressivo cammino di fede, che permetta loro di vivere una vita degna dei figli di Dio. In una parola: ci interroghiamo sul come aiutare i bambini e i ragazzi a diventare cristiani dentro la nostra Chiesa, ma nello stesso tempo, ci domandiamo,  come avviare pratiche di primo annuncio e raggiungere  quei genitori che accettano, proprio in ragione della richiesta dei sacramenti ai loro figli, di avanzare anch’essi nella fede, e così ristabilire un ponte tra la coppia e la fede nel Cristo risorto incontrato nella comunità ecclesiale.                                                                                                   
Non sono mancati suggerimenti e sussidi anche tra noi per attuare un’ iniziazione alla fede dei bambini e dei ragazzi perché non sia un semplice indottrinamento, ma una esperienza globale di vita cristiana,espressione di una comunità, “famiglia di famiglie” che educa alla fede con tutta la sua vita, diventando così con la famiglia “porta della fede” dei piccoli.                                                                                                            
Si è suggerito, negli anni scorsi, di dare uno spazio significativo ai momenti liturgici,catechistici, caritativi e missionari, insieme a proposte da condividere in famiglia, primo e insostituibile ambiente di educazione alla fede.  Per dei discepoli del  Signore è sempre entusiasmante  confrontarsi per cercare  insieme nuove vie di evangelizzazione che sostengano non solo i bambini e i ragazzi, ma che facilitino anche i loro genitori a vivere una vita cristiana più consapevole e adulta, coinvolgendo anche nonni, insegnanti di scuole d’infanzia, ecc. Abbiamo dedicato a questo delicato argomento anche una recente seduta del Consiglio Pastorale Diocesano, sollecitati dal recente Sinodo dei Vescovi sulla nuova Evangelizzazione. Di fronte a questo compito, una tentazione frequente è quella di impaurirci perché il compito sembra superiore alle nostre forze. Eppure  dobbiamo essere certi che la grazia del Signore non ci abbandona, dal momento che chiama tutti noi, sacerdoti, consacrati e laici, già in virtù del Battesimo e della Cresima,a un comune impegno di evangelizzazione.
E' una tentazione del demonio  ripeterci che siamo sempre gli stessi ad operare, che e' una proposta troppo impegnativa per le poche persone disponibili per un impegno di evangelizzazione in una parrocchia, che occorre ancora del tempo per maturare!  Ritengo, invece, che si tratti di una forte opportunità, avvalendosi anche di confronti e di belle collaborazioni nelle singole zone pastorali o tra parrocchie vicine, una felice occasione anche per riconoscere e valorizzare il lavoro educativo dei vari movimenti e delle associazioni laicali presenti tra noi.  Se e' vero che questa e' l'ora dei laici, essi si sentono impegnati, oltre che nel testimoniare i valori del Regno di Dio dentro gli spazi della loro vita ordinaria, nel campo familiare e professionale,  anche  nell' opera dell’ evangelizzazione diretta, che e' il  compito primario per cui la Chiesa esiste. Siamo consapevoli che un itinerario di iniziazione cristiana e' frutto di una  Chiesa che cerca  le strade più opportune, che crede nella pastorale battesimale, ritenendola un terreno fertile per l’annuncio. E’ tempo di sperimentare modalità nuove di proposta,  senza temere di mettere in campo nuove energie, pur di far giungere ai piccoli e ai grandi il lieto annunzio del Vangelo, sostenuti dagli orientamenti della Chiesa italiana e dall’esperienza delle diocesi vicine.
Ecco perché mi pare giunto il momento anche per noi di assumerci comuni responsabilità, di preparare per le nostre parrocchie catechisti degli adulti, coppie di sposi e giovani, capaci di accompagnarli e sostenerli nel cammino della fede, insieme ai nostri sacerdoti.  Sviluppare la pastorale  post battesimale, rivolta alle famiglie giovani, è una opportunità da non perdere, se non vogliamo perdere le famiglie giovani, molto spesso lontane dalla Chiesa: esse potranno trovare nella nascita di un bambino l’occasione favorevole per riavvicinarsi.   La pastorale  post battesimale è nuova, non ha tradizione, certo, ma è un campo pastorale da arare con passione, perché da lì passeranno le nuove generazioni! Non possiamo avere paura nello sperimentare nuovi metodi pastorali per giungere a definire un cammino comune, che determini le modalità' concrete per iniziare oggi  alla fede e permettere agli adulti della nostra diocesi una conoscenza più viva del mistero di Cristo.  Papa Francesco continuamente ci ripete che è ora di uscire dal tempio per raggiungere le diverse periferie esistenziali. Il Papa non va solo applaudito, ma anche ascoltato! Egli ci invita ad essere cristiani sempre e ovunque, a non chiuderci nel privato, ma a sentirci inviati. Auspico perciò che nel prossimo anno pastorale possiamo dedicare un tempo opportuno per una ricerca condivisa e così giungere a determinare quelle scelte pastorali, che sentiamo  maggiormente adatte al nostro ambiente di vita,indispensabili per l’iniziazione cristiana in questo tempo particolare.                                                                               
In questi giorni  ho costituito un gruppo operativo (tra sacerdoti, coppie di sposi, religiose e giovani,catechisti, operatori della carità,membri di associazioni, movimenti e gruppi) perché' prepari una bozza di lavoro comune, che tenga conto delle difficoltà, delle esperienze in atto e delle esigenze di tutti. Spero che ne risulti un cammino condiviso, da portare a conoscenza  mediante una seconda “assemblea ecclesiale” che  “farà il punto” proprio su questo importante  tema della iniziazione cristiana.                                     
Per il prossimo anno pastorale puntiamo, quindi, decisamente, su questo obiettivo comune, sentito anche il parere dei consigli presbiterale e pastorale, dopo aver concluso la riflessione sulla seconda parte della mia lettera pastorale “Pietre vive, tempio dello Spirito”, dello scorso anno, in cui ho presentato i diversi significati del Tempio,e  dopo aver vissuto l'esperienza dei pellegrinaggi  delle singole parrocchie (zona per zona) alla nostra Cattedrale, che speriamo prossima ad una apertura, anche se i lavori non saranno del tutto completati. 
Auguro a tutti voi di accogliere la chiamata (che è dono e responsabilità) ad essere strumenti vivi dello Spirito perché la Parola di Dio “prosegua la sua corsa” dentro il nostro tempo, in questa nostra terra.
il vostro vescovo +OscarCrema, 23 giugno 2013