EPIFANIA: IL COMMENTO AL VANGELO DEL VESCOVO DANIELE

Solennità dell’Epifania
6 gennaio 2018
 
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (Mt 2,1-12)

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Parola del Signore

 
COMMENTO AL VANGELO DEL VESCOVO DANIELE
 
Meditiamo sul vangelo della Solennità dell’Epifania, che celebra la «manifestazione» del Signore, nella quale il Bambino nato a Betlemme è rivelato come dono e luce per tutti i popoli, simboleggiati dai Magi, questi misteriosi personaggi venuti dall’Oriente, di cui ci piacerebbe sapere molto di più, rispetto alle avare notizie che ci dà il vangelo di Matteo.
L’Oriente è grande, e non ci permette di identificare meglio il paese dal quale venivano: la Persia, forse, se i Magi erano – come alcuni suggeriscono – seguaci dello zoroastrismo e studiosi dei movimenti degli astri; ma è solo una congettura; non sappiamo neppure quanti fossero, anche se si è consolidata la tradizione che fissa a tre il loro numero, per via dei doni che offrono a Gesù.
L’evangelista è chiaro nel dire che cosa li guida: la stella, così almeno pensiamo, e così dice anche uno degli inni della Liturgia: «I Magi vanno a Betlem / e una stella li guida…». La stella, sì, ma non solo: in realtà (raccolgo qui una lettura suggerita da un monaco benedettino, che trovo interessante), il viaggio dei Magi è reso possibile anche da due altre guide, due altre luci.
Una è quella che risplende nelle Sacre Scritture, perché la stella permette bensì ai Magi di arrivare fino a Gerusalemme, ma poi lì essa sembra svanire. C’è bisogno che i Magi incontrino il popolo di Israele, incontrino le sue Scritture e la parola profetica che è stata consegnata in queste Scritture, per conoscere il luogo dove doveva nascere il Messia; a quel punto la stella diventa visibile, e la sua guida coincide con quella delle profezie, e fa arrivare i Magi fino alla casa dove trovano il Bambino.
C’è poi un’altra luce ancora, perché «avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2, 12). Questa luce brilla, potremmo dire, nell’intimo dei Magi: il sogno parla – o meglio, Dio parla, attraverso il sogno – nell’intimità, nel «cuore» o, se vogliamo, nella coscienza.
Sono tre, dunque, le luci, le stelle che guidano i Magi: Dio si fa loro guida anzitutto attraverso la natura, che essi osservano e studiano, evidentemente con un animo aperto a raccogliere, nei fenomeni che studiano, anche un’indicazione che viene dall’alto.
Ma poi essi hanno bisogno di mettersi in ascolto della Parola di Dio che passa attraverso le Scritture, che vengono aperte e interpretate per loro dal popolo di Israele: perché a questo popolo Dio si è fatto conoscere in un modo particolare, e con questo popolo ha preparato la via per mettere definitivamente la sua tenda in mezzo all’umanità.
Finalmente, i Magi ascoltano e raccolgono la voce di Dio nell’intimo del loro cuore, ascoltando la coscienza che li avverte del male che si sta preparando, e al quale voltano le spalle.
Le luci che hanno illuminato la via dei Magi e hanno reso possibile per loro l’incontro con Gesù Cristo, brillano anche oggi per noi. La conoscenza e lo studio del mondo nel quale viviamo, anche nella sua immensità misteriosa; l’ascolto della parola di Dio che ci è consegnata nelle Sacre Scritture, e che siamo chiamati ad ascoltare sia insieme, soprattutto nella liturgia, sia nella nostra preghiera personale; e infine la voce di Dio, che parla nell’intimo del nostro cuore, ci assicurano che Dio continua a brillare sulle strade della nostra vita, e trova sempre il modo di condurci a Gesù Cristo. Incontrando Lui, potremo anche noi sperimentare la grande gioia che hanno provato i Magi e potremo diventarne testimoni in mezzo al mondo.
 
 
 
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