Veglia di Pasqua a Offanengo – Omelia del Vescovo Daniele

Il vescovo Daniele ha presieduto la solenne Veglia di Pasqua, la sera del 3 aprile 2021, nella chiesa parrocchiale di Offanengo, dove ha conferito i sacramenti dell’Iniziazione cristiana a quattro adulti, e il Battesimo a tre loro figli. Riportiamo di seguito l’omelia del vescovo.

Carissimi Altin e Alma, carissimi Esebaho e Silvia,
in queste mie parole, che cerco di rendere il più brevi possibile, mi rivolgerò in modo particolare a voi, nella speranza però che quanto proverò a dirvi sia utile a tutti: a voi, che in questa notte santa, dopo aver compiuto il cammino del catecumenato, varcate le porte dalla vita nuova in Cristo e diventate a pieno titolo membri della sua Chiesa; e anche a tutti noi, che già da tempo siamo stati battezzati e dunque – secondo la parola che abbiamo sentito dall’apostolo Paolo nella seconda lettura – già da tempo siamo stati «sepolti insieme a [Cristo] nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4).
Per noi che già da tempo siamo stati inseriti in Cristo – per tutti noi, o quasi, poche settimane o pochi mesi dopo la nostra nascita – è un dono grande vedere donne e uomini adulti come voi che scelgono liberamente di diventare cristiani. Ci ricordiamo, in questo modo, qualcosa che a volte dimentichiamo: e cioè che seguire Gesù Cristo, appartenergli, portare il nome di cristiano, è una scelta, nella quale si realizza in pienezza la nostra libertà.
La festa della Pasqua, che celebriamo solennemente in questa Veglia, è per eccellenza, e fin dalle origini, festa della libertà. Di una libertà donata da Dio, prima di tutto: le letture della Veglia ci hanno ricordato la liberazione che Dio ha donato al suo popolo, schiavo in Egitto; questa liberazione, così come altri atti di liberazione che leggiamo nella Bibbia, preannunciavano quella che si è compiuta definitivamente in Gesù Cristo: nel suo Figlio morto e risorto Dio apre a tutti gli uomini la strada della libertà, perché li libera dal male e dal peccato, dalla schiavitù dell’egoismo, da tutto ciò che ripiega l’uomo su di sé e gli impedisce una vita vera, piena, feconda. Secondo la parola di Paolo, Dio è colui che «ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati» (Col 1,13-14).
Ma la libertà, che Dio ci dona, è sempre anche un compito. Ce lo ha ricordato ancora l’apostolo Paolo, nella seconda lettura, quando ci ha detto che la morte di Cristo ci ha liberato dalla schiavitù del peccato, in modo che il peccato non domini più sulla nostra vita: e dunque, dice l’apostolo, «anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù» (Rm 6,11).
Il Battesimo, che celebreremo tra poco, ci ricorda tutti e due i versanti di questa libertà: è dono di libertà, che viene da Dio (e per questo, fin dall’antichità, la Chiesa ha battezzato anche i bambini: proprio perché si tratta di un dono di Dio); ma chiede anche la scelta della libertà, l’impegno della nostra libertà, che dice di sì a Dio – lo faremo tra poco attraverso la professione di fede – e si propone di vivere secondo quella novità di via che Dio stesso ci dona.
Il dono e la scelta, carissimi Altin e Alma, Esebaho e Silvia, staranno sempre davanti a voi, nella vostra vita di cristiani. Dono di Dio sarà ancora per voi – come già lo è stata nella vostra preparazione – la Parola di Dio; dono per voi sarà lo Spirito, che riceverete già questa sera nel sacramento della Confermazione; dono per voi sarà l’Eucaristia, alla quale vi accosterete per la prima volta in questa notte santa; Eucaristia alla quale sempre siete – siamo! – chiamati a tornare, proprio perché non venga meno in noi la forza della carità di Cristo, che ha dato se stesso per noi.
Dono per voi sarà anche questa comunità, che già vi ha accolto, vi ha aiutato nel cammino verso il Battesimo, e che gioisce questa sera per la vostra adesione a Cristo, ha pregato e pregherà per voi, e vi accoglie con riconoscenza.
Dio continuerà ad accompagnarvi con il suo dono di amore; ma vi chiede di rinnovare sempre la scelta che fate questa sera, la scelta della vostra libertà che nello Spirito dice di sì a Dio, a Gesù Cristo e alla sua Chiesa.
È la scelta della vita cristiana, nella quale sempre si tratta di rifiutare il male e il peccato, per vivere secondo il comandamento dell’amore, che il Signore ha lasciato ai suoi discepoli come suo testamento; è la scelta di essere membra vive della sua Chiesa, vivendo la vostra fede anzitutto nella vita di ogni giorno, in casa, in famiglia, nel lavoro… e collaborando, secondo i doni di ciascuno, alla vita e alla crescita della comunità cristiana.
E non vi spaventate se vi accadrà qualche volta di inciampare e cadere. Il Vangelo della Pasqua, che abbiamo ascoltato, contiene una parola di perdono e di speranza per dei discepoli che avevano addirittura abbandonato e rinnegato Gesù. Nell’annuncio della Pasqua si sentono dire di andare in Galilea, perché là vedranno il Signore. La Galilea è il luogo nel quale questi discepoli avevano incominciato a seguire Gesù, a essere appunto suoi discepoli. Ma l’hanno tradito, abbandonato…! Eppure, il Signore stesso li aspetta in Galilea: il Signore stesso, cioè, offre loro la possibilità di ricominciare; non li abbandona, non li lascia soli.
Voi, carissimi Altin e Alma, Esebaho e Silvia, questa sera incominciate, e con voi i vostri bambini che riceveranno il battesimo; noi, insieme con voi, ricominciamo. Perché la Pasqua è proprio per noi la possibilità di incominciare o di ricominciare, nella libertà che Dio ci dona, la nostra vita di discepoli, di amici e amiche di Gesù.
Non sempre siamo capaci di seguirlo fino in fondo, di testimoniarlo come dovremmo: ma sappiamo che la sua amicizia e la sua fedeltà non vengono meno, e così ci lasciamo perdonare e rinnovare da lui e ci rimettiamo in cammino.
Grazie dell’esempio che ci date con la vostra scelta di fede. In questa fede sosteniamoci a vicenda, sicuri dell’amore fedele di Dio, manifestato nel suo Figlio Gesù, morto e risorto per noi, Signore della nostra vita e della vita del mondo.