Messaggio del vescovo Daniele alla Diocesi di Crema
a fronte delle restrizioni dovute alla ripresa dell’emergenza CoViD-19
Cari fratelli e sorelle in Cristo,
rivolgo a tutte e tutti voi il mio saluto più affettuoso e cordiale. Vi raggiungo alla vigilia di un nuovo periodo di difficoltà e restrizioni che ci troviamo a vivere, nel contesto del perdurare della pandemia CoViD-19, che si è rafforzata in tutta Europa nelle ultime settimane e che conosce una particolare recrudescenza anche nella nostra regione Lombardia, già duramente provata nella primavera scorsa.
Da domani, 6 novembre 2020, e per almeno due settimane, la nostra regione, qualificata come area caratterizzata «da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto» (più semplicemente: «zona rossa»), ancora una volta dovrà far fronte a diverse restrizioni piuttosto impegnative.
Invito tutti ad accogliere queste restrizioni con pazienza e fiducia, ciascuno facendo la sua parte nella costruzione del bene comune e nella salvaguardia della salute di tutti, come base necessaria di una buona convivenza e anche della tenuta del contesto sociale ed economico, di cui non possiamo fare a meno. Ricordo che le cautele e i limiti che ci sono chiesti, proteggendo la nostra e altrui salute, servono pure a non sovraccaricare il sistema sanitario, anche perché un eccesso di pazienti CoViD-19 toglierebbe forze e risorse alla cura di tante altre patologie, anche gravi, con conseguenze deleterie.
Possiamo vivere questo tempo con quella saggezza e prudenza che ci rendono capaci di rispettare i limiti necessari e, al tempo stesso, non ci impediscono una vita serena, fiduciosa, soprattutto per chi – come noi credenti per primi dovremmo fare – sa mettere in Dio ogni preoccupazione, nella fiducia che Egli «ha cura di noi» (cf. 1Pt 5,7).
Desidero condividere alcune indicazioni su due aspetti rilevanti della nostra vita di Chiesa.
1) Le celebrazioni liturgiche, e in particolare la celebrazione della Messa feriale e festiva, non sono soggette a limitazioni, neppure nelle «zone rosse». È indispensabile, però, il massimo rigore nell’osservanza della precauzioni che ci sono state indicate a suo tempo, nel maggio scorso, con la ripresa delle celebrazioni in presenza dei fedeli, per quanto riguarda l’accesso alle chiese, le norme di igienizzazione, l’uso della mascherina, il rispetto della distanza fisica ecc. Ho ricordato queste precauzioni anche ai preti, e chiedo a tutti di collaborare perché la celebrazione sia in quanto possibile partecipata, vissuta con fede e accoglienza grata del dono di Dio e, al tempo stesso, rispettosa delle indispensabili precauzioni sanitarie.
Può darsi che quando vi recate a Messa vi sia chiesta, come per altri spostamenti, la autocertificazione: potete indicare, in questo caso, la causale della «situazione di necessità», facendo presente, se il caso, che proprio perché le celebrazioni non sono state sospese, si suppone che i fedeli possano liberamente andare in chiesa per prendervi parte.
2) Ho dato ai preti l’indicazione di sospendere temporaneamente (intanto per le due settimane di durata delle limitazioni in «zona rossa») il catechismo per i bambini e i ragazzi ‘in presenza’. Anche se, a quanto pare, questa sospensione a rigore non è imposta dalla normativa in atto, in questo momento mi sembra opportuno che ci atteniamo a questa scelta prudenziale – condivisa, peraltro, con gli altri vescovi della regione, e raccomandata anche dalla Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana. Sono sicuro che le catechiste e i catechisti, soprattutto se questa situazione dovesse prolungarsi, sapranno trovare i modi per non perdere il contatto con i bambini e ragazzi e per accompagnarli, anche con modalità ‘a distanza’, nel loro cammino di formazione cristiana: per questo, già da adesso li ringrazio.
La Diocesi, anche attraverso i suoi diversi mezzi di comunicazione, si premurerà di tenervi informati degli sviluppi della situazione che coinvolgono la nostra vita di Chiesa.
In ogni caso, mi preme di dire questo: come è già successo in modo per certi versi spontaneo durante l’emergenza dei mesi di marzo, aprile e maggio, è certo che la vita delle nostre comunità cristiane e della diocesi non si ferma. C’è vita nei nostri campi anche durante i mesi invernali, quando tutto sembra arrestarsi e la nebbia limita la nostra vista. Così pure, nelle nostre parrocchie, nelle nostre famiglie, nella Chiesa e nella società, continuiamo a vivere: in forme più nascoste, meno ‘attivistiche’, meno appariscenti, forse, ma continuiamo a vivere, e cerchiamo di vivere bene. Abbiamo fiducia: in questo inverno, anticipato dai limiti imposti dalla pandemia, il Signore continua a operare per far crescere frutti nuovi: prepariamoci a raccoglierli vivendo con attesa paziente il tempo che ci sta davanti.
Non dimentichiamoci di pregare per gli ammalati e per chi se ne prende cura; preghiamo per le famiglie, specie per quelle che comprendono persone con disabilità; ricordiamoci degli anziani, dei poveri, dei più dimenticati… La preghiera reciproca custodisce legami e affetti che nessun distanziamento può rompere, e spinge alla carità operosa, oggi più che mai necessaria.
Dio vi benedica tutti!
Crema, 5 novembre 2020
✠ Daniele Gianotti